Fabio Sartori
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“Sartori è pianista dal tocco nitido e asciutto, per niente incline al virtuosismo e orientato piuttosto verso lo scavo del tessuto armonico e l’esplorazione di rarefatte cellule melodiche. In tal senso, la sua poetica appare riconducibile – fatte le debite proporzioni stilistiche e culturali – all’approccio di Paul Bley audace sperimentatore.” 

Suite per Osvaldo – Enzo Boddi, Musica Jazz, Novembre 2017.

 

“Incisione che trae ragioni ed ispirazione dall’opus del pittore (nonché pensatore e poeta) marchigiano Osvaldo Licini, gratificata dalle note di copertina del veterano barricadero Eugenio Colombo, Suite per Osvaldo si fa apprezzare per il vessillo di libertà sventolato con convinzione dal trio, che al progetto s’attiene con (libero) rigore non difettando in carica emotiva, correnti d’ariosa musicalità e senso drammatico.”

Suite per Osvaldo – A. Del Noce, Jazz Convention.

 

“Licini, tra i primi astrattisti italiani, si esprime sui motivi geometrici di Mondrian ma è anche affascinato da un ricercatore dell’inconscio come Klee. Questo duplice sguardo si sviluppa anche nella musica, nell’equilibrio tra parti scritte e libertà. Sartori con un pianismo misurato, profondo e senza effetti speciali, trova due compagni di viaggio perfetti. Diligenti, coinvolti e irriverenti.” 

Suite per Osvaldo – Paolo Carradori, Alfabeta2.

 

 

“Suite per Osvaldo non si presenta quindi come un semplice omaggio ad un artista poco conosciuto al di fuori del ristretto ambito degli addetti ai lavori ma esplicita anche l’obiettivo di riproporre quel rapporto di reciprocità tra le varie forme d’arte nello scambio vitale di stimoli ed influenze. Da ascoltare con la dovuta attenzione. ” 

Suite per Osvaldo – Aldo De Sanctis, Distorsioni.

 

“Composta in onore del pittore Osvaldo Licini (1894-1958) questa musica ci consegna un compositore e una formazione di pregio assoluto…Un quieto e sorvegliato ardore anima i sette brani, tutti compiuti nella forma e nello sviluppo. Sartori accende di lirismo una musica che esprime perfettamente l’incanto, lo stupore, la poetica lunare e sognante dell’artista marchigiano.” 

Suite Per Osvaldo – Flavio Massarutto – Alias, Il Manifesto, Giugno 2017.

 

 

“Ogni tanto capita pure di fare qualche bella scoperta, come nel caso del pianista romano Sartori primo responsabile di quest’ottimo trio… ma sono l’immagine globale,la coesione e la lucidità del progetto a farlo salutare con tutto il favore del caso”

(In)Obediens  – Bazzurro, Musica Jazz, fra i dischi consigliati nel mese di Novembre 2014.

 

“Classique et iconoclaste à la fois”.
(In)Obediens  – Franpi Barriaux, Citizen Jazz (France)

 

“…questi sono racconti contemporanei, un pò stordenti, la cui struttura si pone al di là dalle architetture consuete ma convince in pieno grazie alla dimensione raccolta, intima, e ad una partecipazione corale che crea percorsi sonori multidimensionali, ricchi e articolati”.
(In)Obediens  – Claudio Sessa, Corriere della Sera

 

“Da dove arriva Sartori? Pianista che sgrana suoni come diamanti in un quadro di sensazioni che rimandano alla riflessione come al fattore-guida. ….Ma che modo prezioso, consapevole, propositivo di pensare la disobbedienza in musica!”
(In)Obediens  – Mario Gamba, Alias, Il Manifesto

 

“Introspezione cameristica…Tra lirismo inquieto e un incresparsi di onde melodico/ritmiche che sommerge”.
(In)Obediens  – E. Bettinello, BLOW UP Ott. 2014

 

“…costruiscono il loro repertorio di sette composizioni su brevi, ma incisive, miniature compositive per poi gettarsi a capofitto in un flusso improvvisativo costante, sempre lucido e ispirato.”

(In)Obediens  – L. Vanni,  JAZZ IT Ott. 2014. Disco consigliato dalla rivista.

 

“(In)Obediens” presenta una scrittura fine e intrigante che, al di fuori di ogni costrizione o modello precostituito, spinge la ricerca e l’improvvisazione all’estremo e l’esito musicale si tinge di contrasti e di sfumature che è difficile non cogliere e apprezzare.”
(In)Obediens  – N. Mollica Franco,  Jazzitalia

 

“…Destrutturazioni formali e spinte modali, invettive sonore e libertà assolute ritrovano sempre il centro di equilibrio nella costruzione democratica del trio, svincolata dai ruoli tipici degli strumenti e attenta maggiormente al confronto o, eventualmente, allo scontro timbrico delle tre voci… In meno di quaranta minuti, il trio offre la sua sintesi di un percorso lungo e collettivo”.
(In)Obediens  – F. Ciminiera, Jazz Convention

 

“…Non collocherei questo lavoro nella corrente del free-jazz, ma piuttosto in quella della musica contemporanea improvvisata: i brani dell’album non si basano sulla ripetizione e variazione di frammenti ritmici/armonici ma piuttosto si dispiegano liberamente creando lunghe sezioni musicali”. (In)Obediens  – http://jazzquad.ru/

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